Prego s’accomodi

Pulizia e precisione è il dettame del perfetto serial killer.
Si possono definire assassini seriali (seppur in regime di legalità) anche coloro che danno esecuzione a una condanna a morte, negli stati ove è ancora in vigore.
E proprio riguardo la precisione rispolveriamo un articolo di marzo su Il Corriere, dove si parla di un sistema organizzato in Cina per gestire le casistiche di donazioni organi dei condannati a morte: il condannato sale su un bus diretto all’ospedale deputato all’espianto e l’esecuzione avviene “on board”. Questa si che è organizzazione.
Ultimamente poi la grande Cina ha deciso di abbandonare l’esecuzione tramite colpo alla nuca in favore dell’iniezione letale, come metodo più “umano” rispetto ad un metodo un poco “barbaro”.
Anche qua, quantomeno è più comodo sdraiarsi sul lettino e addormentarsi pian piano senza accorgersi che il cuore si ferma e i polmoni smettono di funzionare (quando va bene) anzichè affrontare la morte di petto, un colpo e via. E poi tutto il sangue da pulire?
E a proposito di comodità, il 15 sera avanti il Duomo il palazzone che ospita le librerie Mondadori vedeva sistemati comodi la ministra Gelmini, Confalonieri e Mario Giordano, per la presentazione dell’opera letteraria di quest’ultimo: sono d’accordo con quanto afferma lui stesso in un suo articolo, è stata una presentazione brevissima.
Vari presenti, fra cui anche docenti, hanno manifestato abbastanza tumultuosamente (ma senza ferire fisicamente) il loro malcontento alla minestra di sinistra ministra Gelmini (video), relativamente alle sue intenzioni in campo scolastico: gravissimo atto lamentare un malcontento, poi lo prevede pure lo statuto del Partito Nazionalista, se lo dicono loro.
Nel suo articolo Giordano fa alcune affermazioni che mi permetto di commentare morbidamente:
“…hanno cominciato a sgranare il loro repertorio consueto di slogan e insulti, ed è stato impossibile continuare. Arrivederci e grazie: già fatto? Verrebbe in mente Pic Indolor, se non che un po’ di dolore, in effetti, penso di averlo sentito
Pensi a quanto dolore sente chi è costretto a sperare in D’Alema.
Temo, per altro, che fra di loro si nascondano diversi insegnanti. E questa la dice lunga sulle condizioni in cui versa la nostra scuola…”
Ehh questi maledetti docenti sessantottini, pure le private ne son piene, è un indecenza. E’ vero che il “Sei Rosso” degli anni settanta non è un invenzione, però se mi sostiene che anche i 100 delle scuole sicule che valgono come i 70 da Roma in su è colpa di tanti sessantottini me lo deve argomentare ben bene, lasciando da parte le ideologie. E’ vero che la scuola nostrana attuale soffre di alcuni problemi, il modus d’intervento della Gelmini per sanarla è quello più adatto?
Può un insegnante impedire che si presenti un libro? Anzi, di più: può una qualsiasi persona civile impedire che si presenti un libro?
Certo che si può, siamo in democrazia ergo ognuno fa quel caffo che gli pare, lei è libero di sdegnarsi dell’accoglienza ricevuta. Pensi che nell’antica Grecia vigeva la democrazia diretta, il popolo esercitava direttamente il potere e si riuniva in un agorà (piazza) e parte di quel sentimento sopravvive anche nelle democrazie rappresentative attuali.
“…mi chiedevo quanto dev’essere stata dura per loro (Mario Cervi e Gian Galeazzo Biazzi Vergani, ndr) portare avanti, attraverso anni di piombo, il diritto di esprimere liberamente le proprie idee. E poi mi sono chiesto se è possibile che non sia ancora finita.
No che non è finita (in relazione allo stato in cui versa attualmente la nazione Italia, non riguardo a ciò che pensa lei)
A me sarebbe piaciuto solo presentare il libro, e invece sono tornato al Giornale scortato dalla Digos. È stata una banale aggressione. O una violenta intimidazione. Mettetela come volete.
Mettiamola, da parte, per fine post.
Sommessamente sono convinto che uno Stato che non forma bene le nuove generazioni sia destinato all’inevitabile declino.
Ma la scuola dovrebbe formare o Informare? questa non l’ho mai capita.
In ogni caso questa affermazione non fa una grinza, sempre che il “bene” che intende lei sia il bene comune nazionale non il “bene secondo Tizio/Caio/Sempronio”
Mi piacerebbe parlarne, anche con chi ha proposte, soluzioni o visioni del mondo diverse dalle mie. A me non fanno paura le idee altrui. A loro, evidentemente, sì.
Ci credo (a loro).
“…gli studenti accettano una formazione scadente in cambio di minore severità;”
Ha ragione, queste private sono veramente uno scandalo.
Sarà sempre peggio. Non c’è tempo da perdere, bisogna intervenire.”
Questo lo pensavano i manifestanti, ne sono certo.
i talebani cattedra&gessetto lo considerano un «libro proibito». Li costringe a pensare. E loro non sono più abituati a pensare. Si accontentano di urlare.”
Ma a loro, ne sono certo, piace anche parlare pacatamente faccia a faccia (quel che manca a volte negli interventi in tv di alcuni politici nostrani, il contraddittorio) ma sa, quando il bicchiere è colmo capita trabocchi, e la linda bianca tovaglia si macchi.
Ma non è vero che non sono riuscito a dire neanche una parola. Una gliel’ho detta. Ho detto nel microfono che sono dei fascisti. Lo rivendico: sono fascisti rossi, squadristi dello sfascio, manganellatori verbali.”
Io direi probabilmente varia gente esasperata, stanca della gentilezza deferente, degli applausi pilotati. Gente che ha dentro una rabbia per vari punti (magari non tutti) giustificata.
Ma, se questa è la sfida, sono sicuro che abbiamo già vinto. Sono riusciti a fermare una presentazione, non riusciranno a fermare il cambiamento.”
E’ una banale aggressione? O una violenta intimidazione? Mettiamola come vogliamo. Tanto il banco vince sempre. O quasi.

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